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Strutture per anziani

L’art. 8-ter D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 502 definisce che la realizzazione di strutture e l’esercizio di attività sanitarie e sociosanitarie sono subordinate ad autorizzazione. Tali autorizzazioni si applicano alla costruzione di nuove strutture, all’adattamento di strutture già esistenti e alla loro diversa utilizzazione, all’ampliamento o alla trasformazione nonché al trasferimento in altra sede di strutture già autorizzate, con riferimento alle seguenti tipologie:

  1. strutture che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo o diurno per acuti;
  2. strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, ivi comprese quelle riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio;
  3. strutture sanitarie e sociosanitarie che erogano prestazioni in regime residenziale, a ciclo continuativo o diurno.

Per la realizzazione di queste strutture il Comune acquisisce la verifica di compatibilità del progetto da parte della Regione. Tale verifica è effettuata in rapporto al fabbisogno complessivo e alla localizzazione territoriale delle strutture presenti in ambito regionale, anche al fine di meglio garantire l’accessibilità ai servizi e valorizzare le aree di insediamento prioritario di nuove strutture.

L’esercizio delle attività sanitarie e sociosanitarie da parte di strutture pubbliche e private presuppone il possesso dei requisiti minimi, strutturali, tecnologici e organizzativi.

Rientrano tra le strutture di cui sopra anche le “strutture assistenziali per anziani”.

Vi sono differenti tipologie di strutture assistenziali rivolte agli anziani; una classificazione semplice e immediata è quella che suddivide queste strutture in relazione al grado di autosufficienza delle persone accolte.

Tipo Destinatari Assistenza sanitaria Sistemazione Gestione
Residenze sanitarie assistenziali (RSA) Non autosufficienti Sì, anche con riabilitazione Variabile Pubblica, privata convenzionata o privata
Case protette Non autosufficienti Generica, anche con riabilitazione Alberghiera Privata convenzionata o privata

Le RSA sono strutture che prevedono un livello medio di assistenza sanitaria, vale a dire medica, infermieristica e riabilitativa, integrato da un livello alto di assistenza tutelare e alberghiera. Esse sono rivolte ad anziani in condizioni di non autosufficienza, anche parziale, e non assistibili a domicilio.

Le case protette sono strutture socio-sanitarie residenziali a cui sono destinati anziani non autosufficienti di grado elevato o medio che non hanno necessità di specifiche prestazioni ospedaliere. L’assistenza medica ed infermieristica viene fornita dalla RSA così come i trattamenti riabilitativi atti a migliorare lo stato di salute e benessere dell’anziano.

Tipo Destinatari Assistenza sanitaria Sistemazione Gestione
Case di riposo Almeno parzialmente autosufficienti Stanza stile appartamento o suite Privata
Comunità alloggio Almeno parzialmente autosufficienti Sì, anche con riabilitazione Alberghiera in piccole comunità (7-12 persone) Pubblica o privata
Centri diurni Anziani con vari gradi di non autosufficienza e/o disagio sociale Sì, con aiuto a sviluppare l’autonomia Solo di giorno Pubblica, privata convenzionata o privata

Quando si parla di casa di riposo, casa albergo per anziani, casa soggiorno o casa vacanza per anziani si indica uno stesso tipo di struttura, ovvero una struttura socio-assistenziale residenziale per anziani non autosufficienti di grado lieve. Le case di riposo forniscono ospitalità ed assistenza, disponibilità di servizi e occasioni di vita in comunità con stimoli verso attività occupazionali e ricreative.

Tipo Destinatari Assistenza sanitaria Sistemazione Gestione
Residenze sociali assistite Autosufficienti over 65 Sì, di base Alberghiera Privata convenzionata
Case albergo / albergo per anziani Autosufficienti Solo ambulatorio Appartamenti autonomi Privata
Case famiglia ad accoglienza
mista
Persone anziane sole Solo ambulatorio Ambiente familiare Privata convenzionata o privata

Queste strutture sono rivolte ad anziani totalmente o parzialmente autosufficienti, non bisognosi di assistenza sanitaria specifica e continua. Le prestazioni di medicina generale, attività infermieristiche e riabilitative possono essere assicurate direttamente all’interno della struttura o dai servizi sanitari distrettuali.

TIPOLOGIE DI STRUTTURE

Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)

Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) sono Istituti di ricovero, pubblici o privati, una volta denominati Case di Riposo o Strutture Protette, che accolgono persone anziane non autosufficienti, non più in grado di rimanere al proprio domicilio, a causa delle loro condizioni di salute e di autonomia. I ricoveri possono essere temporanei o a tempo indeterminato.

Secondo la normativa nazionale, la Rsa deve offrire agli ospiti:

  • una sistemazione residenziale con un’impronta il più possibile domestica, organizzata in modo da rispettare il bisogno individuale di riservatezza e di privacy, stimolando al tempo stesso la socializzazione tra gli ospiti;
  • tutti gli interventi medici, infermieristici e riabilitativi necessari a prevenire e curare le malattie croniche e le loro eventuali riacutizzazioni;
  • un’assistenza individualizzata, orientata alla tutela e al miglioramento dei livelli di autonomia, al mantenimento degli interessi personali e alla promozione del benessere.

In base alle indicazioni del Ministero della salute, le Rsa vengono realizzate preferibilmente all’interno del tessuto urbano esistente, in zone ben collegate dai mezzi pubblici, per evitarne l’isolamento. La loro capacità ricettiva deve variare da 20 a 120 posti. Vengono organizzate in nuclei (o moduli); un quarto dei moduli va riservato alle demenze. Alcune Rsa dispongono di un “Nucleo Alzheimer”, cioè di un’area dedicata a soggetti con disturbi cognitivi e del comportamento, strutturato in modo da costruire intorno al pazienti un ambiente che faciliti l’orientamento e limiti le interazioni critiche tra il paziente e l’ambiente.

Le Rsa possono essere pubbliche (del Comune o della Asl), private convenzionate o completamente private. Nella stessa struttura possono esserci sia posti letto in convenzione, sia privati.

Residenze sociali assistite

Le residenze sociali assistite sono piccole strutture di tipo alberghiero, che assicurano il servizio di riordino delle stanze, il vitto, il lavaggio di biancheria, oltre all’assistenza sanitaria di base e l’organizzazione di varie attività sociali, culturali e ricreative. Nella struttura, è prevista anche l’assistenza sanitaria di base (presenza del medico di famiglia, ambulatorio medico, farmaci, ecc.).

Possono farvi ricorso persone ultrasessantacinquenni autonome.

Comunità alloggio

Le comunità alloggio sono piccole strutture residenziali che ospitano, permanentemente o temporaneamente, persone anziane non completamente autonome ma con una non autosufficienza di grado lieve che necessitano di reciproca solidarietà e che, altrimenti, vivrebbero in solitudine.

Nelle comunità alloggio sono garantite le prestazioni alberghiere di pulizia, di ristorazione, di lavanderia e di guardaroba. Inoltre, personale specializzato assiste e aiuta gli ospiti nella cura della loro igiene e medici di famiglia, infermieri e fisioterapisti assicurano l’assistenza medica e infermieristica.

Le comunità alloggio, solitamente, tendono a ricreare un ambiente familiare e al tempo stesso, sociale. Esse sono infatti dotate di una sala da pranzo o soggiorno abbastanza ampia, in modo da permettere lo svolgimento di attività volte alla socializzazione. Le camere sono composte solitamente da non più di 2 letti, con servizi comuni attrezzati in base al numero degli ospiti.

Sono di piccole dimensioni; una casa di riposo può arrivare a 120 posti letto mentre la capacità ricettiva massima di una comunità alloggio è solitamente di circa 12 ospiti.

Le comunità alloggio possono essere sia private, sia pubbliche.

Case albergo

Le case albergo sono un complesso di appartamenti autonomi, che si appoggiano ad alcuni servizi collettivi, come la sala riunione, il soggiorno e la sala da pranzo comune, servizi igienici e servizi di lavanderia e pulizia. Nelle case albergo devono essere anche previsti alcuni servizi di assistenza di base, come l’ambulatorio, il pedicure, il barbiere e il parrucchiere, assieme ad un programma di attività ricreative e culturali interne e esterne.

Possono usufruire delle case albergo principalmente le persone pensionate, sole o in coppia, che non hanno bisogno di una assistenza particolare e che vogliono condurre una vita autonoma in un ambiente di comunità, utilizzando, se gradiscono, gli spazi e i servizi comuni.

Le case albergo, come anche le case di riposo o le comunità alloggio (Residenze Assistenziali), si pongono al di fuori del Servizio Sanitario Nazionale, devono essere autorizzate dai Comuni, secondo standard di qualità stabiliti a livello regionale e dalla Asl competente per l’aspetto igienico – sanitario. Nelle residenze assistenziali le prestazioni di medicina generale, attività infermieristiche e riabilitative sono assicurate dai servizi sanitari distrettuali.

I costi dell’ospitalità nella residenza assistenziale non sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale che assicura esclusivamente le prestazioni sanitarie erogate attraverso il distretto. La retta della casa albergo è determinata, quindi, dalla singola struttura e prevede una quota di partecipazione a carico degli utenti stabilita dai Comuni e dalle Regioni in base al reddito.

Case di riposo

Le case di riposo sono degli alloggi per anziani, che siano almeno parzialmente autosufficienti, nelle quali gli ospiti alloggiano in stanze a uno o a due letti, tipicamente con un bagno ogni due persone.

Oltre agli alloggi, la casa di riposo è dotata di servizi comuni, che variano parecchio da una casa all’altra. Servizi tipici sono il ristorante, luoghi di riunione e socializzazione, il lavaggio biancheria e i servizi di sanità di base, quali l’assistenza ambulatoriale. Ma possono esserci anche attività culturali e ricreative, il centro diurno, l’aiuto per l’igiene personale, ecc.

Ogni casa di riposo deve avere ottenuto l’autorizzazione dalla Regione o dal Comune cui appartiene, che garantisce il rispetto di determinati requisiti, e deve avere un regolamento interno, che illustri le attività organizzate.

Il costo della casa di riposo è stabilito dalla struttura stessa e può essere a carico dei servizi sociali del Comune, o con una quota di partecipazione del cittadino, secondo la sua situazione economica. Le spese devono comprendere il cibo, l’alloggio, il riscaldamento, la ordinaria manutenzione, un servizio di lavanderia e l’assistenza medica e infermieristica di base.

In una casa di riposo sono garantite l’assistenza tutelare, la somministrazione dei pasti, le attività ricreative ed aggregative, l’assistenza nell’espletamento delle attività e delle funzioni quotidiane oltre naturalmente all’assistenza infermieristica e alla somministrazione di farmaci se necessaria.

Nella casa di riposo è garantita la presenza di 1 addetto all’assistenza ogni 10 ospiti e, come per le comunità alloggio, la presenza di infermieri professionali con presenza programmata relativamente ai piani di assistenza individuale.

Case famiglia

Le case famiglia sono delle comunità residenziali di tipo familiare; sono cioè delle normali abitazioni in cui operatori specializzati coordinano le attività e la vita delle persone che ne fanno parte e che collaborano nella gestione della casa.

Generalmente gli ospiti delle case famiglia sono bambini e adolescenti che non possono vivere con le loro famiglie, tuttavia alcune strutture si sono orientate verso l’aiuto a persone anziane sole che, per i più svariati motivi, hanno difficoltà a vivere sole nelle proprie abitazioni, oppure che vivono in case non adeguate alle loro necessità.

Le case famiglia cercano di offrire all’ospite un ambiente simile a quello familiare, facendo sentire a proprio agio gli ospitati e rispondendo al meglio alle loro esigenze. A differenza di altre strutture affini, le case famiglia sono in grado di accogliere poche persone, 6 al massimo.

Sempre a confronto con altre strutture, un loro limite è la mancanza di un’area medica, con medici disponibili a tutte le ore, ma dispongono solo di un ambulatorio, con personale addetto al primo soccorso.

È necessario che il personale impiegato nella casa famiglia possegga le qualifiche necessarie previste dalle normative regionali e comunali del territorio in cui si avvia l’attività. Ad esempio, gli operatori socio-assistenziali (OSS) e gli ausiliari ASA, OSA ecc., per poter essere abilitati all’esercizio della professione, devono aver frequentato e superato con esito positivo un corso di formazione professionale organizzato dalle singole Regioni.

Casa protetta

La casa protetta accoglie persone anziane non autosufficienti, che hanno bisogno di assistenza generica e che non possono essere aiutate dai propri familiari. Nelle case protette terapisti, medici ed infermieri garantiscono un aiuto nelle attività quotidiane e l’assistenza sanitaria di base, mentre altro personale organizza il servizio di ristorante e di lavanderia e le attività ricreative e culturali.

Tipico della casa protetta è di mettere insieme servizi di tipo socio-assistenziale (che sono comunque prevalenti) e servizi di tipo sanitario-riabilitativo.

Prestazioni tipiche della casa protetta sono: igiene della persona; mobilizzazione; alimentazione appropriata; cure mediche, infermieristiche, riabilitative; protezione e vigilanza continue.

La ricettività delle case protette è ridotta, non superando in genere i 30 posti letto. Le camere hanno stanze a uno o a due letti, con bagno privato. La retta è stabilita dall’Ente che gestisce la struttura e può essere in parte a carico del Comune di appartenenza e in parte a carico del cittadino.

Centri diurni

I centri diurni, detti anche strutture semiresidenziali, sono strutture aperte almeno sei/otto ore al giorno, che offrono vari servizi di natura socio-assistenziale agli anziani. L’obiettivo è quello di aiutare le persone anziane disabili a mantenere la propria autonomia e a vivere nella propria casa. Gli utenti possono usufruire dell’ospitalità e dei servizi del centro per una parte della loro giornata.

Il centro diurno è indicato per l’anziano che presenta due condizioni: disabilità grave e disagio sociale.

In base alle indicazioni del Ministero della salute, oltre ad essere privi di barriere architettoniche, gli spazi interni del centro devono facilitare l’orientamento e l’accesso ai servizi igienici e favorire l’attività fisica, sia all’interno (palestre, spazi per l’attività motoria), sia all’esterno (giardini anche terapeutici e utilizzabili per attività di giardinaggio). Inoltre, queste strutture dovrebbero trovarsi nei centri abitati, a poca distanza da punti di riferimento sociali, quali chiese, mercati e piazze, ed essere facilmente raggiungibili dai parenti degli ospiti, in modo da non dare all’anziano l’idea dell’allontanamento e dell’isolamento.

Le figure professionali presenti nel centro diurno sono tipicamente: infermiere; fisioterapista; terapista occupazionale; animatore/educatore; operatore socio assistenziale.

Oltre all’assistenza alla persona (igiene personale, bagno assistito) devono essere garantite: attività motoria programmata; attività di animazione e di socializzazione, iniziative socioculturali, supporto sociale; attività formative-educazionali, rivolte ai familiari sulle modalità di assistenza all’anziano.

L’assistenza di carattere sanitario è generalmente composta da: assistenza infermieristica (somministrazione di terapie, misurazione della pressione, gestione del catetere, ecc.); riabilitazione (fisiokinesiterapia, terapia occupazionale); assistenza medica garantita dal medico di medicina generale; servizio podologico; protocolli riguardanti il ricorso alla contenzione fisica concordati fra i vari operatori.

Il centro diurno non deve avere soltanto finalità di cura, né tantomeno di custodia, dovendo preparare e attuare programmi formali di prevenzione, riguardanti, ad esempio, vaccinazioni e prevenzione di sindromi geriatriche quali le cadute, l’incontinenza urinaria, la malnutrizione, il decondizionamento fisico, le lesioni da pressione, la depressione ecc.

La capacità ricettiva dei centri diurni varia da 5 a 25 persone.

Comunità familiari per anziani autosufficienti

Vi sono inoltre le comunità familiari per anziani autosufficienti, che sono strutture socio-assistenziale che non richiedono l’espressione del parere ex art. 8 ter D.Lgs 502/92 e s.m.i. e vengono attivate mediante presentazione di SCIA. L’attività di gestione di una comunità familiare per anziani autosufficienti consiste nell’offrire un servizio di bassa intensità assistenziale, alternativo al ricovero in istituto, in normali case di civile abitazione, anche in via temporanea (diurno, notturno o stagionale), ad anziani in condizione di autosufficienza.

Ultima modifica: 24 Maggio 2024 alle 14:48

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